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DAOYIN QIGONG

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Qui troverai risorse e contenuti su Meditazione, Yoga, DaoYin QiGong, e Essential Arts (Arti Essenziali)
Nel nome stesso del sito si condensa il senso dei percorsi e degli strumenti che condivido ed offro attraverso queste discipline e questi campi di ricerca interiore.
La parola “Quint’Essenza” significa e rappresenta “la natura più intima e vera di qualcosa”
La radice etimologica della parola “Studio” (quando l’ho scoperta ne sono rimasto piacevolmente sorpreso) è, invece, “amore, attenzione”; significa “apprezzare qualche cosa e applicarvisi attivamente” – o anche “dedicarsi con zelo al perseguimento di qualcosa con sollecitudine, diligenza e assiduità”: si tratta quindi di un concetto veramente meraviglioso e molto prezioso (e molto differente, purtroppo, rispetto a quello che molti hanno associato all’esperienza di quando si andava a scuola…).
QuintEssenzaStudio vuole essere quindi uno spazio in cui si ricerca – con amore, con cura e con dedizione – gli aspetti più veri, intimi, e preziosi dell’esistenza.
Nel logo che ho disegnato si possono trovare alcuni elementi il simbolo centrale (un Unalome) rappresenta – attraverso la spirale – l’evoluzione di qualcosa o di un essere dal centro, mentre via via si espande e quindi percorre diverse volute e curve, finché nella sua ricerca non si affina e raffina sempre di più procedendo verso la propria elevazione, realizzazione ed auto-trascendenza.
Questo processo di evoluzione e manifestazione di un essere è rafforzato anche dalla cornice ad otto angoli intorno che si espande in tutte le direzioni, a simboleggiare l’intenzione alla libertà interiore, realizzazione e manifestazione armonica nel mondo.

QuintEssenzaStudio quindi è uno spazio in cui trovi “Pratiche Per la Vita”
Ho scelto le parole di questa frase con cura e con più livelli di significato:
- innanzitutto è inteso come “per la crescita e la piena manifestazione“ di una vita, di un essere, di un individuo
- in secondo luogo è concepito anche come “a favore e in armonia con la vita stessa” con la vita che è tutto intorno a noi e di cui siamo parte, con quella Vita più ampia che ci vivifica e sostiene, e quindi è un augurio e un’aspirazione ad armonizzarsi con questa dimensione più vasta che ci contiene, ci supporta e ci nutre
- infine è inteso nel senso che vogliono essere Pratiche (il “cosa”) – insieme all’approccio e al modo in cui le si segue (il “come”) – concepite per essere “per tutta la durata della vita”, quindi pratiche che sostengono la longevità dell’essere umano, intesa in particolare non tanto come mera durata, quanto piuttosto come la migliore espressione di sé per tutto il tempo di vita disponibile: portare avanti queste pratiche nel tempo – in armonia con la propria età e le proprie caratteristiche – intende favore non solo una “lunga vita” ma soprattutto una “vita di alta qualità”, più a lungo possibile.
Quindi… Buona Vita, Buon Viaggio e Buona Esplorazione!
Meditazione
La meditazione è la regina delle pratiche di trasformazione e crescita interiore e, come ricorda spesso il mio Maestro, è “sia uno stato di coscienza sia una tecnica che conduce a quello stato di coscienza” (Andrea Di Terlizzi)

È possibile notare che la meditazione è presente praticamente in tutte le culture e in tutte le tradizioni sapienziali di saggezza del mondo, anche se con “sfumature” diverse. Prendendo la meditazione dal lato della prassi, si osserva che esistono letteralmente migliaia di tecniche di meditazione: il solo Buddha storico si dice che abbia insegnato più di 84000 modi diversi di meditare! Questa prima indicazione è interessante anche per rilevare come una tecnica o un approccio non sia sempre (forse quasi mai) un “assoluto”, ma possa essere utile e adattarsi meglio ad alcuni momenti, ad alcune fasi o ad alcuni praticanti anziché altri: la meditazione intesa quindi come tecnica è uno “strumento interiore” o “mezzo abile” per perseguire uno scopo e per coltivare determinate qualità interiori. Uso con intenzione il termine “coltivazione” perché la pratica della meditazione è – con tutti i distinguo del caso – simile ad un processo di allenamento, di crescita, appunto di coltivazione di qualcosa che all’inizio è presente come un seme, in forma cioè di un potenziale, che con la pratica può crescere.
Questo è uno dei possibili modi di descrivere la meditazione, che si focalizza sul principio di accrescimento e sviluppo di una qualche aspetto o qualità all’interno dell’essere umano, esattamente come avviene per un seme o un germoglio di una pianta adeguatamente curato. Un’altra lettura del processo della meditazione è invece l’esempio del rapporto tra il sole e le nubi nel cielo: è un’altra immagine – usata tradizionalmente nel buddismo – che vuole rappresentare la natura già completa e perfetta di ciò che siamo nel profondo (il sole), che è solo temporaneamente velato da alcuni fattori “oscuranti” (le nubi) che ne celano temporaneamente la percezione e la completa manifestazione.
Quindi, da un lato abbiamo una rappresentazione di come le tecniche, le pratiche e le metodologie siano simili all’azione di un contadino che cura con amorevolezza e conoscenza e il proprio giardino o il proprio orto: piantando il seme e prendendosene cura – a seconda anche delle caratteristiche di quest’ultimo – esso cresce, si manifesta in seguito come pianta pienamente sviluppata e infine dà i suoi frutti: anche per le qualità interiori come calma, benevolenza, gioia, lucidità, saggezza e via dicendo può esattamente avvenire altrettanto.
La seconda prospettiva porta invece a riconoscere come esista già in profondità nell’essere umano una perfetta completezza dotata di tutte le qualità più elevate, esattamente come il sole è già completo e intaccato dalle nubi che solo apparentemente lo nascondono, così nel profondo dell’essere umano esiste già la saggezza, l’illuminazione l’amore più puro, la pace, la serenità, la gioia… le pratiche “non fanno altro che” “spazzolare via le nubi” che oscurano questa Vera Natura profonda ed essenziale.
Questa particolare visione può essere presa – esattamente come la prima – come un modello, una descrizione, una suggestione d’aiuto: rimane il fatto che, in un caso o nell’altro, le pratiche della meditazione conducono a portare in essere e manifestare le qualità più elevate che un essere umano possa sviluppare.
Ciò rende questa preziosa disciplina il più importante percorso che un essere umano può intraprendere per portare in essere queste qualità interiori e, come hanno spesso affermato diversi Maestri di Meditazione, “imparare a meditare è il regalo più bello che una persona possa farsi”.
Esattamente come non può essere descritto il gusto del miele a chi non l’ha mai assaggiato, allo stesso modo queste parole – che descrivono un processo o uno stato di coscienza – sono solo “evocazioni”, che possono offrire alla mente immagini, agganci, ispirazioni ma, per comprendere veramente ciò che significano, non resta altro che sperimentare, non resta altro che assaggiare il miele.
Yoga
Il termine Yoga è ormai entrato a far parte della comune cultura e nell’uso comune del linguaggio e proprio per questo può essere paradossalmente più difficile da definire perché si crede di sapere già di cosa si parla.
In realtà lo Yoga è un mondo molto vasto e con questo termine si può indicare sia una disciplina o meglio un insieme di discipline si è un processo o un percorso verso un “qualcosa” – tipicamente verso una certa meta Trascendente – sia il frutto di questo percorso.
Il termine sanscrito Yoga infatti, contiene nella sua radice il concetto di “connessione”, “unione” o “fusione” di più parti ed è sostanzialmente nella essenza, nel suo significato più vero ed essenziale, si riferisce all’unione delle parti interiori dell’essere umano, dell’unione cioè dell’essere umano con la sua parte più autentica vera e profonda la sua componente divina ed essenziale. Quindi in questa definizione si trova in realtà la vera essenza e il vero scopo dell’autentico yoga, che è quello quindi di una disciplina – un percorso pur differente nelle sue multiformità – che conduce l’essere umano a scoprire e realizzare e sperimentalmente la natura divina presente nella realtà e nella profondità di se stesso.
La forma dello yoga è che si vede enfatizzata oggi sotto forma di posizioni o sequenze di posture fisiche è solo una piccola parte di una metodologia ben più ampia, tant’è che possono esistono forme di Yoga che utilizzano le asana con un’enfasi secondaria rispetto ai procedimenti interiori (come ad esempio accade nel Kriya Yoga o nel Raja Yoga), pur rispondendo perfettamente agli scopi più elevati dello Yoga, vale a dire la realizzazione del Divino presente nella realtà, e quindi anche in se stessi.
Nelle varie forme di Hatha Yoga, il fine – che si origina dalla visione del corpo come “tempio” del Divino – è di preparare il corpo e la sua energia, armonizzandola e rafforzandola, per potere proseguire e procedere verso la meditazione e quindi l’esplorazione interiore del proprio essere e delle varie dimensioni spirituali del Sé e dell’esistenza.
Quindi, sebbene oggi in occidente si sia diffuso soprattutto l’aspetto “fisico” dello Yoga, questo rimane solo una delle sue componenti, tra l’altro – nel suo scopo originario – meramente funzionale a fini trascendenti. Rimane indubbio, comunque, che una pratica corretta della parte fisica dello Yoga produce una serie di benefici, tra cui quelli relativi alla salute, a una maggiore forza, resistenza e flessibilità, a una migliore e più armonica energia personale, quali piacevoli effetti “collaterali” positivi. In ogni caso, il vero Yoga – come anche presente nell’opera fondamentale di Patanjali – dovrebbe preparare e portare alla meditazione, che a sua volta conduce alla realizzazione della propria vera natura, o essenza spirituale, il Sé trascendente.
Nell’approccio allo Yoga “corporeo” che propongo, si parte da pratiche dedicate soprattutto allo “Yin Yoga” e allo “Yin-Yang Yoga”, intendendo con questi termini non una ulteriore forma o tautomero “stile” di yoga (lo yoga è uno), ma semplicemente un approccio, un modo di praticare, una specifica enfasi. Nello Yin Yoga pratichiamo con modalità in cui si rilasciano profondamente tutte le tensioni, facendo lavorare la forza di gravità al nostro posto: ciò conduce a una capacità di ammorbidire, rilassare e regressivamente abbandonare i blocchi e le tensioni – all’inizio grossolane nel corpo, e via via sempre più in profondità anche nella mente e nelle emozioni – che quotidianamente vengono accumulate, e questo conduce nel tempo a una maggiore calma e stabilità interiore, fortemente propedeutica anche alle diverse forme di meditazione.

Nello Yin-Yang Yoga invece lavoriamo su un’armonizzazione di queste due qualità universali esistenti (qui definite secondi termini di origine cinese ”Yin” e “Yang”) attraverso una pratica di sequenze più “attivanti” (Yang) – con lavori sugli scioglimenti articolari e sull’attivazione dei vari distretti corporei – che vengono poi combinate in varie modalità con gli aspetti più “rilascianti” (Yin) in cui ammorbidiamo, lasciamo andare e scendiamo in profondità all’interno.
Uno dei principi guida da seguire e rispettare è che lo yoga è al 50% forza al 50% flessibilità – o detto in altri termini 50% di YANG e 50% di YIN – ma al 100% consapevolezza: ogni pratica di yoga senza “presenza di sé” non può dirsi tale.
Così come vale anche per il QiGong, quando si pratica Yoga l’aspetto interiore di presenza, consapevolezza, focalizzazione, aspirazione e intento, non è solo importante, ma è assolutamente primario ed essenziale e fa la differenza tra ciò che può essere definito come percorso yoga e ciò che invece può rischiare di diventare solo una mera “ginnastica in sanscrito”.
Buona Pratica e Buona Esplorazione!
DaoYin QiGong
Il QiGong è una disciplina – sarebbe meglio dire un vasto campo di discipline – orientato alla coltivazione e al raffinamento della propria Energia Vitale a diversi scopi (di salute, benessere e cura; marziali e/o spirituali) che si è sviluppato sopratutto in Cina, e definito talvolta come lo “Yoga cinese” sia per i suoi fini, la sua profondità e la sua ricchezza, sia per alcuni paralleli con lo Yoga indiano (anche se in realtà esistono anche importanti differenze tra queste due discipline).

Dal nome scopriamo che “Qi” significa “Energia Vitale” (corrispondente a ciò che nella tradizione indiana viene chiamato “Prana”) mentre “Gong” sta per “lavoro/capacità/ abilità ottenuta attraverso un’applicazione o una pratica costante”: il QiGong si riferisce quindi a discipline che lavorano sulla coltivazione e sullo sviluppo dell’energia vitale dell’essere umano.
In realtà il termine più antico per questo corpus di conoscenze pratiche ed esistenziali è “DaoYin” (che viene a volte ancora oggi premesso alla parola QiGong), che è traducibile all’incirca con “Guidare e Tirare”, e che si riferisce esternamente al corpo e internamente all’energia vitale per “muovere il corpo e ammorbidirsi” e nel “far circolare il Qi per generare Armonia Interna”.
Quindi il DaoYin QiGong è quell’insieme di pratiche che coltivano l’energia vitale al fine di una maggiore salute dell’essere umano, anche se in realtà esiste molto altro e questa è solo la proverbiale “punta dell’iceberg”: la coltivazione della propria energia vitale, infatti, è la base per lavori ancora più profondi che vanno a sviluppare l’essenza dell’essere umano, fino alla piena fioritura e manifestazione delle sue qualità, potenzialità e talenti.
Nelle sue manifestazioni concrete, il Qi Gong tende a prendere forma soprattutto in tre campi di applicazione:
- il Qi Gong “medico”, sviluppato per favorire la salute e la longevità
- il Qi Gong “marziale”, concepito per aumentare la forza, la resistenza e le capacità di atleti, combattenti e Artisti Marziali
- il Qi Gong “spirituale” e filosofico, orientato alla cosiddetta “alchimia interna”, allo sviluppo della saggezza e alla realizzazione interiore
Ovviamente, queste tre prospettive possono anche essere sviluppate come un tutt’uno armonico, senza enfatizzare un aspetto a discapito di un altro, come viene fatto, ad esempio, in uno dei principali Metodi in cui mi sono personalmente formato: la Tradizione Taoista Ling Bao Ming (“Chiarezza del Gioiello Scarlatto” o “Meraviglioso”).
In sintesi, il DaoYin QiGong mira allo sviluppo dell’energia vitale dell’essere umano a differenti scopi, che dipendono in buona parte dalle motivazioni e dalle conoscenze del praticante: dalla buona salute, allo sviluppo di forza e vitalità – eventualmente a supporto di altre discipline, come le arti marziali – fino a scopi più elevati come nel caso della raffinazione delle proprie energie nell’alchimia interna, per manifestare le massime potenzialità dell’essere umano e quindi anche, eventualmente la ricerca della saggezza e della realizzazione spirituale.
Essential Arts
Chi non ha mai desiderato avere un “manuale di istruzioni” per la vita?
Oppure, come è stato detto più poeticamente e profondamente, riuscire a “rendere la propria vita un’opera d’arte”?
Ciò che ho chiamato Essential Arts (Arti Essenziali) è un’ ampia area di esplorazione di alcuni degli elementi essenziali del Buon Vivere, crescendo, trasformando i propri limiti e sviluppando le proprie potenzialità e talenti, soprattutto manifestando il nostro sé più profondo. In questo percorso di auto-scoperta, auto-liberazione e auto-manifestazione che chiamiamo “vita”, abbiamo bisogno di fare il punto, confrontarci, imparare e lavorare su alcuni temi importanti.
Alcune di queste Essential Arts (a cui se ne aggiungeranno poi sicuramente altre) sono ad esempio “l’Arte di Coltivare la Felicità”, “l’Arte di Sviluppare Relazioni Positive”, “l’Arte di Orientarsi (nella vita)” e via dicendo.
Ho scelto con cura queste parole perché “Essenziale” per me rappresenta
- sia ciò che è davvero fondamentale e importante (e quindi estremamente prezioso per vivere bene)
- sia ciò che è centrale e “non superfluo”, andando al cuore di un tema imparando a discernere quali sono gli elementi principali e veramente rilevanti e quali invece sono secondari o di contorno
- sia infine, nell’ulteriore significato di questa bellissima parola, in questo caso intesa come “relativo all’Essenza dell’essere umano”
Nella parola “Arte”, invece, l’enfasi si pone sul punto che, a mio parere, queste non possono essere scienze “esatte e replicabili”, ma sono piuttosto qualcosa che si situa a cavallo tra un metodo, come può essere quello di una qualsiasi disciplina artistica – che va comunque imparato, lavorato, migliorato e raffinato – e la nostra specifica espressione individuale che otteniamo anche grazie a quell’arte: esiste quindi sia una parte di replicabilità di processo, ma c’è anche una parte estremamente rilevante relativa a come trovare il proprio specifico modo di dare forma a qualcosa, cioè di espressione e manifestazione di sé e della propria energia creativa: che si tratti concretamente di un dipinto, uno scritto, il proprio modo di lavorare, oppure in senso più ampio, una relazione umana o tutta la propria complessa, multiforme, ricca esistenza.
Le “Essential Arts” sono quindi intese come quelle “arti” che ci accompagnano a scoprire e prenderci cura della parte più profonda di noi stessi (chiamata talvolta “Essenza”) e che al tempo stesso ci aiutano e supportano nel nostro viaggio attraverso la vita e nella nostra piena manifestazione.

PROSSIMI EVENTI

LEZIONI di YIN YOGA il martedì sera alle 18:30

MEDITAZIONE & QIGONG nella NATURA – sabato 14 Ottobre
